Il mistero più importante nella tradiziolne Voodoo è il serpente androgino Danbhallah Wedo.
puro simbolo di conoscenza e comprensione del piano divino e umano.
Secondo i poemi tutti i loà(spiriti del voodoo) sono figli di Danbhallah e della compagna Aida Wedo, essendo loro diretta emanazione di una forza ancestrale vista nella forma di Lihsah e Mawu, essenze primordiali radicate nel tempo e nello spazio.
Significato esoterico del nome Danbhallah:
Dan-serpente.
Bha-anima o spirito superiore proveniente dalle più alte regioni solari.
Lah-Signore.
Questo stanzia il fatto che questo importante loà è lo spirito di Dio che scende e irradia sulla terra il proprio potere.
Viene raffigurato come un serpente che solca i cieli a cavallo dell'arcobaleno(Aida wedo).
Viene invocato per apportare migliorie di ogni genere, salute e ricchezza, ma anche onestà saggezza e calma, nonchè equilibrio nelle situazioni e in noi stessi.
Ogni loà di riferimento ha una vasta linea di manifestazioni, che interessano più da vicino le problematiche umane:
Danbhallah Wedo-incarna il bene in ogni sua forma, essendo questa l'espressione massima dello splendore solare.
E' una manifestazione di antica forza dell'essere "umani"; la scintilla di vita che dà vita e la forza pensiero che permette la comunicazione con il proprio "io".
Punto fermo dell'umana creazione, viene considerato il padre del genere umano, di quel innesto divino portatore di conoscenza.
Danbhallah parla sibilando, quindi non è facile ascoltare le sue parole e per questo si avvale di molte forme per farsi comprendere(colpa la nostra umanità che è limitata rispetto all'assolutezza di questo spirito).
Quando nelle possessioni cavalca i suoi "figli", li fa strisciare come serpenti.
Invocare questo potente loà permette la riconciliazione con il proprio Karma e la possibilità di rivoluzionare al meglio il nostro stato d'essere(in ricchezza, buona sorte e successo).
Invocazione a Danbhallah
Pou Danbala Wèdo, coulèv ki ganyin sagès, coulèv ki ganyin jistess, coulèv ki ètènel.
Asyen papa adorè.
Crèatè, protectè.
ki bay sagès lavi.
Chef sìèl la e toutt riviè yo.
Akseptè ofran' n nou.
Antrè nan kè nou, nan bra nou, nan jam'm nou.
Antrè viv'n dansè avek nou.
Festivita: 17 marzo.
Giorno della settimana: Giovedi o domenica.
Bevanda: latte, sciroppo di orzata.
Colore: biaco, bianco-verde.
Metallo: Argento.
Numero: 7 e 2.
Fiori: fiori bianchi, Iris.
Frutto: cocco, uva, ananas.
Profumo: magnolia e tiglio.
Piatto: di ceramica.
Olio: oliva.
Offerte alimentari: uova dal guscio bianco appoggiate generalmente su di un monticello di farina, latte condensato, caramelle gommose a forma di serpente, farina di mais bianco e giallo, miele, riso, farina di riso, ceci, cocco, patate dolci, mandorle, soia, meringhe, frutta bianca e succosa.
Condimento: cipolla.
Omaggio: monete argentate, candele bianche, candele di sette colori, una bacinella di ceramica con acqua.
Vevè: due serpenti(il vevè di questa manifestazione è sempre raffigurato con la consorte Aida Wedo), tracciato con farina bianca o di riso.
Luogo di potere: Sorgenti, rive di fiumi.
Collana rituale: perline di vetro bianche.
Pianeta: sole.
viene sincretizzato con San Patrizio con l'intento di scacciare i serpenti.